L’estate rappresenta da sempre la stagione più bella dell’anno. Il motivo di tanto amore è spiegato dal fatto che l’aumento delle ore di luce solare, a cui veniamo esposti nell’arco della giornata, stimolano il sistema nervoso centrale ad una maggiore secrezione di un neurotrasmettitore, la serotonina, definita anche come l’ormone della felicità e del benessere. La sua funzione è quella di regolare l’umore: da un lato la presenza di alti livelli di questo ormone, ci fa sentire più forti, attivi e in grado di affrontare ogni genere di ostacolo, dall’altro i suoi bassi livelli ci portano all’apatia, alla mancanza di piacere, in una parola sola, alla depressione.
Tutto questo si traduce in un maggior piacere allo svolgimento dell’attività fisica all’aria aperta durante l’estate, nonostante vi siano temperature ambientali elevate. Anche la sola attività fisica porta ad una maggiore secrezione di serotonina diventando essa stessa fonte di appagamento per il corpo e la mente. Inoltre, la serotonina prodotta durante il giorno, mentre stiamo sotto il sole a praticare i nostri sport o semplicemente a camminaresul bagnasciuga, fungerà da precursore per la produzione di un altro ormone: la melatonina. Questa viene rilasciata durante la notte e ha l’importante funzione di regolare il ritmo sonno-veglia, contribuendo a darci uno sonno più ristoratore. In sostanza passare le giornate d’estate all’aperto e in movimento ci dona felicità, benessere e quindi salute.
Le conseguenze del sole
Il sole, non rappresenta solo una fonte di energia positiva per l’umore e magari anche per la pelle. Come tutti i fenomeni biologici, la verità sta sempre all’interno di una curva attorno ad una mediana. Gli equilibri sono stati scritti in milioni di anni nel DNA della specie umana e che conseguentemente bisogna rispettare per non arrecare danni alla nostra salute. Per questo la pelle e i suoi annessi (capelli, sopracciglia, ciglia, unghie, peli, ghiandole sudoripare e ghiandole sebacee) hanno sviluppato dei meccanismi molto efficaci nel proteggerci dalle svariate condizioni atmosferiche avverse, a cui possiamo esser esposti. Una delle funzioni più importanti della nostra pelle è partecipare ai meccanismi che sottendono la termoregolazione corporea. Mantenere, quindi, la temperatura del nostro corpo a valori stabili cedendo calore quando si è esposti a temperature superiori ai 37° C e conservandolo quando le temperature esterne sono inferiori. Questa fine regolazione avviene in risposta al variare della temperatura interna attraverso tre meccanismi:
- l’irraggiamento (perdita di calore dal corpo sotto forma di raggi infrarossi);
- l’evaporazione (perdita di acqua dalla superficie corporea, ovvero la sudorazione),
- la conduzione di calore all’aria attorno a noi (viene accelerata da correnti di convenzione che rimuovono l’aria riscaldata ancora vicina al nostro corpo, facendo avvenire il ricambio con aria che verrà riscaldata).
Attenzione a quest’ultimo meccanismo che in condizione di forte vento ci può tradire, perché abbassando il livello di temperatura corporea percepita ci fa sostare più tempo sotto il sole, creandoci ustioni solari. I giovani medici sardi, che in estate lavorano presso le guardie mediche turistiche, sanno bene che nelle giornate ventose d’estate busserà alla porta, per chiedere le cure del caso, almeno un turista transalpino con gravi ustioni solari su tutto il corpo!
L’acqua, fonte primaria
Il nostro corpo evapora acqua anche in condizioni di riposo, senza che noi possiamo accorgercene, ovvero rilascia goccioline d’acqua dalla superficie cutanea e dai polmoni, in una quantità che può arrivare anche ad un litro e mezzo di acqua al giorno. Questo fenomeno è detto “perspiratio insensibilis”. Durante Il movimento, specialmente in estate, la secrezione di sudore può essere così importante da raggiungere 2-3 litri/ora. Quando la secrezione diventa così profusa, insieme all’acqua si perdono, sotto forma di sali, gli elettroliti, particelle cariche elettricamente, indispensabili per il funzionamento dei muscoli, del cuore e del cervello. Diventa facile capire che durante la giornata, soprattutto in estate, bisogna assume una quantità giornaliera di acqua non inferiore ai due litri (se si vuole mantenere il bilancio idrico in positivo).
E’ facile capire quanto la termoregolazione sia importante quando per una eccessivo “stress” espositivo ad alte temperature e per un inadeguato introito d’acqua si ha quella condizione, che più comunemente viene chiamata insolazione o colpo di calore. Uno stato simil-comatoso, di ipovigilanza e di ipertermia. Questa condizione è più frequente che si verifichi nei bambini, perché non possiedono ancora un sistema nervoso sufficientemente sviluppato e negli anziani, che hanno un ridotto stimolo della sete. Ne consegue che soprattutto i bambini, ma anche gli adulti e fra questi ultimi, specialmente i meno atleti, devono evitare di praticare attività fisica nelle ore centrali della giornata (dalle 12 alle 16) dei mesi estivi.
L’importanza degli integratori
Qualora si dovesse praticare sport in queste ore bisogna ricordarsi di arricchire l’acqua con integratori salini contenenti, soprattutto, magnesio e potassio. Durante le vacanze estive, la nostra cute non è solo impegnata a garantire la giusta temperatura corporea, attraverso gli scambi di calore con l’esterno, ma anche a proteggersi essa stessa dallo stress ossidativo dato dall’esposizione ai raggi solari. La pigmentazione melanica o più comunemente l’abbronzatura rappresenta, infatti, filogeneticamente non un modo per apparire più seducenti, ma un meccanismo di difesa della pelle ai danni ossidativi che interessano il DNA dei cheratinociti, le cellule dell’epidermide.
L’abbronzatura consiste in un aumento di produzione e di secrezione di melanina da parte dei melanociti che, così facendo, creano uno scudo nero sul nucleo dei cheratinociti, proteggendo il loro DNA dai danni perpetrati dall’irradiazione dei raggi solari sulla pelle. Alla nostra latitudine, giugno è il mese in cui le giornate sono più lunghe e la quantità di radiazioni solari a cui veniamo esposti è massima, quindi, la nostra pelle soffrirà di più.
Come proteggersi dai raggi solari
Il consiglio è quello di non esporsi e fare attività fisica senza aver prima applicato uno schermo solare su tutte le parti corporee foto-esposte. Gli schermi solari sono dei filtri chimici o fisici che riparano la pelle dai raggi ultravioletti. Tutti questi composti sono accompagnati da un numero vicino alla sigla SPF (Sun Proctection Factor) che indica potenza nel filtrare le radiazioni solari. Ad esempio, il numero 50 significa che solo 1/50 delle radiazioni solari non verrà filtrato. Tale filtrazione decade con il tempo. Pertanto è corretto applicare i filtri solari prima di esporsi al sole e rinnovarli ogni 3 ore. Si trovano in varie formulazioni farmaceutiche:
- crema: più indicata per piccole aree corporee, come ad esempio il viso;
- fluido: meno denso rispetto alla crema, si adatta a ricoprire aree corporee più grandi come il tronco e gli arti. Attenzione all’uso di fluidi incolore spray perché, per via della loro trasparenza, possono essere applicati sulla superficie corporea in maniera disomogenea e di conseguenza creare delle discromie cutanee nella pigmentazione;
- olio: in genere si sconsiglia perché la sua applicazione potrebbe cambiare il microbioma cutaneo rendendoci più suscettibili a follicoliti batteriche e ad acne aestivalis;
- Gel: è un liquido gelificato più adatto alle pelli acneiche e agli sportivi.
Per questi ultimi vi sono anche dei filtri solari arricchiti con silice, che ha la funzione di far aderire maggiormente il prodotto alla cute e di non legarsi alle gocce di sudore che potrebbero andare in aree più sensibili alle irritazioni, come gli occhi.
Per le persone con la carnagione più chiara (quelli che il vostro dermatologo chiama Fototipo I e II), vulnerabili alle radiazioni solari, oltre all’applicazione di un filtro solare con fattore di protezione SPF 50 sarebbe bene abbinare degli integratori orali contenenti antiossidanti quali: astaxantina, licopene, vitamina E, vitamina D, Vitamina C, e luteina. In particolare, integratori con estratto di una felce sub-tropicale dell’America meridionale, chiamata Polypodium leucotomos al dosaggio di 240 mg, due volte al giorno per 60 giorni (dose per adulti). Tale principio chimico ha la funzione di ridurre l’insorgenza di eritema causato dall’esposizione solare.
Per gli sportivi con la pelle chiara, che svolgono da diversi anni degli sport all’aria aperta, soprattutto in montagna e al mare, è preferibile usare dei filtri solari contenenti la deossiribodipirimidina o fotoliasi, un enzima appartenente alla classe delle liasi che ha la funzione di legarsi ai frammenti di DNA danneggiati dalle radiazioni ultraviolette, sostituendoli con frammenti di DNA corretti.
Per gli atleti privi di capelli, affetti come il sottoscritto da alopecia androgenetica, non c’è niente di meglio che proteggere la testa con un cappello UV-proof . Gli indumenti tecnici privi di questa dicitura non schermano totalmente la pelle dai raggi solari.
Per i soggetti allergici agli anti-infiammatori non steroidei, soprattutto al ketoprofene, dovrebbero prestare attenzione all’etichetta del filtro solare, evitando l’acquisto di prodotti contenti l’octocrilene. Infatti, sono stati segnalati dei casi di dermatite da contatto fotoallergica da ketoprofene, che hanno sviluppato una reazione allergica crociata all’ octocrilene. Inoltre uno schermo solare non dovrebbe contenere sostanze potenzialmente allergiche come nichel, parabeni, profumi (parfum) e benzofenone (quest’ ultimo è sotto la lente di ingrandimento della Commissione Europea sui perturbanti endocrini).
Per chi pratica sport acquatici come nuotatori, kiters e surfisti, non esistono dei veri filtri solari water-resistent. Per questo motivo, l’Unione Europea, abolirà presto tale dicitura dalle confezioni dei prodotti solari e ha già posto l’obbligo alle case farmaceutiche di riportare, sui prodotti “water-proof”, l’indicazione di “ripetere l’applicazione dopo il bagno.
FOCUS
Attenzione alle punture di insetti e non solo!
In estate, altri potenziali nemici degli sportivi e della loro pelle, sono gli insetti e gli aracnidi. Vengono definiti insetti tutti gli organismi a sei zampe (ad esempio: zanzare, vespe, calabroni, cimici), mentre aracnidi (ragni, scorpioni, acari, zecche) quelli con otto zampe. Oggi, con il nostro smartphone, possiamo scattare una foto a forte ingrandimento dell’animaletto e poter contare le zampe. Questa procedura potrebbe rivelarsi molto utile nel distinguere una cimice da una zecca: la prima appartiene alla classe degli insetti e avrà sei zampe, la seconda a quella degli aracnidi e avrà otto zampe. Le zecche sono acari ematofagi (si nutrono del sangue) che possono parassitare sia gli animali che l’uomo. Attaccano l’uomo ascendendo dalle gambe per arrivare in aree corporee più calde come area pubica e genitale, oppure aree pelose come i cavi ascellari e il cuoio capelluto. Questi animali risultano potenzialmente pericolosi perché sono vettori di malattie infettive di una certa severità quali: • la rickettiosi o febbre bottonosa (più frequente in Sardegna e sud Italia); • la malattia di Lyme o Borreliosi (presente in zone montane e pedemontane del Nord Italia); • erlichiosi e febbre Q. In genere, queste patologie si presentano con un esantema (rossori e macchie), febbre e artralgie. Ogni qualvolta si è punti da una zecca è preferibile rivolgersi al medico. Si consiglia, quindi, a tutti gli sportivi di stare cauti nel praticare attività sportiva nei boschi o in aree dove pascolano animali, perché vi è una maggior probabilità di essere punti dalla zecca. Eventualmente, nel caso in cui il desiderio fosse irrinunciabile o vi fosse un impegno agonistico importante, indossare sempre delle calze o dei pantaloni che non lascino le gambe scoperte e controllarsi accuratamente il corpo al ritorno a casa. Un altro accorgimento sarebbe, prima di uscire, di applicare sul corpo schiume repellenti verso gli acari ed insetti a base di crotamitone o benzoato di benzile in piccole percentuali. Per chi pratica sport acquatici, ed amante dello snorkeling o del diving deve fare attenzione alle meduse e agli anemoni di mare. Negli ultimi tempi, infatti, è stato segnalato un loro incremento nei nostri mari dato da un aumento della temperatura dell’acqua. Le meduse possiedono dei meccanocettori che si attivano anche al più leggero contatto tra la nostra superficie cutanea e la loro, rilasciando delle sostanze urticanti per la pelle, per le mucose e per gli occhi. Gli anemoni di mare, sono degli animali costituiti da tentacoli di colore bianco altre volte dal colore sgargiante come giallo, violetto o celeste che sostano sugli scogli o sul fondo del mare. Quando quest’ultimo è agitato, tali animaletti e/o parte di essi possono risalire in superficie, alle volte in parti quasi impercettibili o apparire come sottili fili di chewingum, sospesi sulla superficie dell’acqua, provocando al loro contatto delle importanti irritazioni sulla pelle. L’unico antidoto e cura alle irritazioni causate da queste due specie è tenere immerse nell’acqua calda, per almeno un’ora, le parti corporee interessate. Le sostanze da loro rilasciate sono, infatti, termolabili. Di seguito è consigliato applicare creme cortisoniche.