L’addiction da tecnologia sta diventando un problema sempre più diffuso anche in Italia: se passare molte ore davanti ad un pc per un professionista è spesso la regola, il fatto di non riuscire a staccarsi dallo smartphone o dal tablet anche nelle ore di svago lascia presagire vere e proprie dipendenze. Ma oltre al preoccupante aspetto psicologico e psichiatrico del fenomeno, sono anche crescenti le patologie fisiche che esso comporta, in particolare i pericoli da sovraccarico funzionale di mani e polsi.
Infatti, se l’utilizzo continuativo e per molte ore al giorno di mouse e tastiera del nostro pc “da scrivania” può provocare patologie alla mano e al polso come tendiniti e sindrome del tunnel carpale, la diffusione di smartphone e il loro utilizzo smodato, soprattutto da parte di persone giovani, sta sviluppando malattie a carico di mano e dita, in particolare di pollice ed indice, i più sollecitati dall’utilizzo dei dispositivi mobile.
Non va neanche dimenticata la tendinite acuta da sms o da joystick: un’infiammazione della guaina tendinea, causata dal rapido movimento del pollice sulla tastiera del cellulare e dai movimenti per manovrare il joystick di comando dei giochi elettronici.
Il tunnel carpale
La sindrome del tunnel carpale, patologia la cui incidenza negli ultimi anni è incrementata in modo significativo, è causata dalla compressione del nervo mediano a livello del canale carpale, uno spazio chiuso localizzato nel polso e delimitato sotto dal piano osseo e sopra dal legamento traverso del carpo. All’interno di questo canale passa il nervo mediano assieme alle strutture vascolari ed ai tendini flessori: qualsiasi condizione determini un aumento di volume del contenuto (una tendinite dei flessori) o una diminuzione del diametro del canale carpale (una ipertrofia del legamento traverso) può provocare la compressione del nervo mediano, per una sorta di conflitto tra il contenuto ed il contenente. Le donne ne sono molto più colpite degli uomini, perché il loro canale ha un diametro più ristretto.
I sintomi
L’aumento verificato negli ultimi anni è però legato soprattutto all’uso del mouse e del computer, che costringe il polso in una posizione di iperestensione e le dita in flesso-estensione per la battitura. Infatti l’estensione continua del polso, soprattutto se non supportata adeguatamente da una corretta base d’appoggio, aumenta di tre volte la pressione all’interno del canale carpale. Ecco allora che si presentano vari sintomi.
- Formicolii alle prime 3 dita della mano, inizialmente notturni: i pazienti raccontano di risvegliarsi di notte con un fastidioso formicolio e di avvertire la necessità di scuotere il polso e massaggiarsi la mano per alleviare il disagio.
- Successivamente il formicolio compare anche di giorno e si accompagna ad un dolore irradiato all’avambraccio.
- In una fase più tardiva compaiono la debolezza nell’abduzione del pollice e la perdita di sensibilità, per cui le cose piccole potrebbero sfuggire di mano.
La conferma di diagnosi avviene con elettromiografia, un esame eseguito dal neurologo che consiste nel misurare la velocità di conduzione motoria e sensitiva del nervo mediano. Questo esame permette di classificare la gravità della compressione (conduzione normale, compressione lieve, media, medio-grave, grave) e orienta sul trattamento, che può essere chirurgico o conservativo.
Quale trattamento seguire
Non bisogna mai dimenticare la sintomatologia soggettiva, poiché anche una compressione lieve può essere molto fastidiosa. Il trattamento conservativo viene consigliato a pazienti che presentano una sintomatologia modesta e saltuaria ed hanno una elettromiografia che evidenzia un quadro di compressione lieve o medio-lieve. Consiste nell’applicazione di un tutore notturno, (in genere mal tollerato e poco risolutivo), antinfiammatori ed eventuale trattamento infiltrativo-cortisonico. Quest’ultimo, per quanto risolva i sintomi, può dar luogo a due effetti collaterali: da un lato potrebbe provocare la fibrosi del nervo, ossia la sua degenerazione, dall’altra mascherando la sintomatologia, potrebbe portare tardivamente il paziente all’intervento, quando il danno a carico del nervo è solo parzialmente risolvibile.
L’ideale sarebbe modificare posizioni sbagliate del polso, ma purtroppo questo non sempre è possibile. Ogni giorno vengono immessi sul mercato nuovi modelli di mouse progettati appositamente perché polso e mano mantengano posizioni più corrette o a dispositivi per un miglior appoggio del polso, ma non ci sono ancora prove definitive che questi strumenti possano effettivamente prevenire il problema.
Quando pollice e indice si ammalano di tecnologia
La sollecitazione eccessiva dell’articolazione del pollice e dell’indice, tipica della digitazione compulsiva su piccoli dispositivi mobili come gli smartphone, mette a repentaglio la salute di tutta la complessa struttura della mano, fatta di ossa, nervi, legamenti, tendini ed arterie.
I “tastierini”, progettati per la battitura di brevi testi sono oggi usati per scrivere lunghe email o per postare messaggi sui social e, in genere, il dito più comodo per scrivere a lungo su una piccola tastiera è proprio il pollice, la cui articolazione viene sovraccaricata, soprattutto tra metacarpo e prima falange. Questo può portare ad una vera e propria degenerazione progressiva dell’articolazione, provocando anche problemi artrosici o infiammazioni tendinee. Ecco perché si consiglia sempre un uso moderato di qualsiasi dispositivo elettronico, perché è vero che la tecnologia ha cambiato in modo positivo l’intero sistema lavorativo, ma è altrettanto confermato che un uso smodato di questi apparecchi potrebbe portare oltre alla dipendenza, problemi fisici altrettanto fastidiosi.
Il dito a scatto
Nome popolare della tenosinovite stenosante, è un processo infiammatorio da super lavoro che colpisce la guaina lubrificata che circonda il tendine del dito, restringendo lo spazio interno di scorrimento del tendine.
I tendini flessori delle dita non scivolano facilmente attraverso la guaina e costringono il dito a rimanere bloccato in posizione piegata, prima di estendersi con uno scatto. Il persistere dell’infiammazione potrebbe portare a vere e proprie modifiche della struttura del tendine che si ingrossa e ha difficoltà a scorrere sotto il legamento, provocando ulteriore dolore, gonfiore e la generale difficoltà di flesso estensione del dito.
Anche in questo caso la terapia potrebbe essere medica o chirurgica: antinfiammatori e terapia fisica o strumentale possono ridurre il processo infiammatorio. Se la situazione è ancora più grave è necessario ricorrere all’intervento chirurgico mininvasivo: una piccola incisione sul legamento che permetta al tendine un normale scorrimento.
FOCUS
Consigli utili
In generale, quindi, le patologie di mano e polso da nuove tecnologie hanno alla base processi infiammatori di uno o più componenti della struttura e possono essere prevenuti solo evitando il sovraccarico funzionale che li genera, quindi, anche in questo caso, assumendo uno stile di vita sano. Nel caso in cui il problema esista già è necessario rivolgersi ad uno specialista della mano, che a seconda dei casi sceglierà gli strumenti diagnostici più adeguati e potrà consigliare la terapia, medica o chirurgica per risolvere il problema.