Il colpo della strega è un problema sanitario considerevole in tutti i paesi sviluppati e rappresenta una delle cause più frequenti di accesso nei centri di primo soccorso. E’ un dolore lancinante ed improvviso causato da una contrattura muscolare che interessa la parte bassa della schiena, e che si deve più precisamente definire come “lombalgia acuta”.
Il soggetto che ne viene colpito lamenta un senso di estrema rigidità lungo tutta la muscolatura lombare. E’ proprio a causa di questo forte senso di compressione che l’individuo colpito tende a rimanere nella posizione in cui ha avvertito il dolore, ricercando il punto di appoggio più vicino. Successivamente, limitando i movimenti, cerca di arrivare ad una sedia o ad un letto, dove si sdraia rimanendo immobile. Dopo qualche ora può avvenire gradualmente la ripresa dei primi movimenti.
I soggetti a rischio
La contrattura non è altro che la conseguenza di un allungamento eccessivo del muscolo, un meccanismo di difesa che l’organismo mette in atto per evitare complicazioni più importanti. Lo scopo è salvaguardare l’integrità dei muscoli e delle articolazioni.
Nel caso specifico della regione lombare, se la muscolatura paravertebrale presenta un certo grado di elasticità, come nei soggetti giovani, la possibilità che si verifichi una contrattura è bassa. Viceversa se i muscoli paravertebrali hanno un grado di rigidità di base più elevato, come nei soggetti anziani, un allungamento anche non eccessivo delle fibre muscolari può causare un “riflesso da stiramento” importante, con contrattura molto dolorosa.
Come si manifesta
Le cause del colpo della strega possono essere acute o croniche.
Cause acute: sono rappresentate, generalmente, da uno sforzo intenso o improvviso, spesso innaturale, che può determinare una compressione di uno o più nervi spinali. Alcuni esempi di tali movimenti possono essere quelli effettuati per non far cadere un oggetto o una persona. Una delle situazioni più a rischio è il chinarsi in maniera non corretta per raccogliere un oggetto caduto. Tale movimento, apparentemente banale, va in realtà a sollecitare in maniera anomala o eccessiva la muscolatura paravertebrale.
Una causa acuta rara, ma possibile può essere anche un colpo di freddo. Altre cause acute frequenti sono rappresentate da:
- sollevamento di carichi eccessivi o sbilanciati,
- il mancato o inadeguato riscaldamento prima di un’attività fisica
- l’assenza di un’adeguata preparazione fisica prima di compiere un gesto atletico.
Alcuni squilibri metabolici possono essere alla base di un malfunzionamento muscolare con conseguente predisposizione alla contrattura.
Cause croniche: si devono annoverare le alterazioni croniche osteo-articolari e muscolari, quali per esempio:
- l’artrosi;
- l’ernia del disco;
- le infezioni articolari;
- l’artrite reumatoide;
- i tumori;
- le fratture;
- la polimialgia;
- la malattia reumatica.
I meccanismi di tali malattie possono intrecciarsi e creare circoli viziosi che si autoalimentano. Infatti, alterazioni muscolari possono essere causa di problemi articolari; viceversa, alterazioni articolari possono procurare un disequilibrio della muscolatura intorno, con conseguenti contratture e forte dolore. I problemi osteo-articolari più comuni sono rappresentati da fenomeni artrosici e da ernia del disco intervertebrale.
Il disco intervertebrale
E’ un cuscinetto cartilagineo posto tra un corpo vertebrale e l’altro ed è costituito da un nucleo polposo centrale e da un rivestimento cartilagineo esterno consistente. A volte, a causa di movimenti innaturali, traumi, posture cronicamente scorrette etc. il nucleo polposo del disco intervertebrale può “erniarsi” cioè fuoriuscire dal suo involucro cartilagineo e determinare una compressione più o meno variabile delle strutture nervose circostanti.
L’artrosi intervertebrale
Molto frequente a livello lombare, è una patologia degenerativa delle articolazioni, lenta e progressiva, che inizia con erosione della porzione cartilaginea e prosegue con successiva lisi del tessuto osseo. La conseguenza invalidante è la deformazione delle articolazioni. Tale deformazione si presenta più imponente ed invalidante nell’artrite reumatoide, una malattia infiammatoria cronica di origine autoimmune. In tutti questi casi la compressione del midollo spinale o dei nervi spinali, che fuoriescono dalla colonna vertebrale, causano forte dolore e contratture muscolari fortemente debilitanti.
I fattori del mal di schiena
I soggetti a rischio sono coloro che, per motivi di lavoro, mettono sotto carico per molte ore la colonna vertebrale ed i muscoli della schiena (es. lavoratori sedentari o anche perennemente in piedi, autisti, commessi etc). Al forte dolore i muscoli reagiscono con una contrazione che vanifica qualsiasi altro tentativo di movimento con la conseguenza che si rimane bloccati.
Ci sono alcuni fattori che predispongono al mal di schiena; tra questi annoveriamo alcuni dismorfismi della colonna vertebrale e pregressi eventi traumatici.
La scoliosi – è un dismorfismo caratterizzato da una curvatura laterale della colonna vertebrale di complessità variabile con conseguente rotazione delle vertebre. Anche in caso di scoliosi lieve il carico di lavoro sul versante muscolare aumenta per compensare le curve vertebrali e ciò si traduce, a lungo andare, in mal di schiena.
Pregressi eventi traumatici – (cadute accidentali o durante attività sportiva, colpi di frusta da incidenti automobilistici) possono stare alla base del mal di schiena perché tutta la muscolatura vertebrale si irrigidisce con lo scopo di proteggere la colonna. A volte può accadere che le contratture possano persistere nel tempo o recidivare aprendo le porte al blocco dei movimenti.
I cosiddetti “campanelli d’allarme”
Esistono dei campanelli d’allarme che possono metterci in guardia sul fatto che si stanno compiendo movimenti errati e che possono predisporre al colpo della strega:
la comparsa di dolore alla schiena salendo e uscendo dall’automobile o alzandosi dal divano;
- la comparsa di dolore e vertigini quando si volge lo sguardo in su;
- la comparsa di fitte in zone variabili della colonna vertebrale quando si tossisce o starnutisce;
- difficoltà a ritornare alla posizione eretta quando si china la schiena.
Come comportarsi quando si viene colpiti dal colpo della strega? Innanzitutto è bene rimanere nella posizione antalgica ovvero quella in cui si è avvertito il dolore e che provoca meno dolore possibile. Occorre cercare subito degli appoggi e cercare di trovare una posizione adeguata a letto. Generalmente la posizione che viene spontanea assumere va bene. In caso di persistenza del blocco dei movimenti oltre le 24 ore è utile una visita medica specialistica per valutare o meno la necessità di effettuare esami diagnostici quali Rx, TC o RMN. E’ importante tuttavia evitare rimedi casalinghi o consigliati da persone non competenti in materia. L’uso di farmaci antinfiammatori deve essere effettuato esclusivamente sotto il controllo di un medico che potrà valutare adeguatamente il tipo di farmaco e la formulazione più adatta.
La prevenzione rimane sempre l’arma migliore e consiste nell’evitare movimenti rischiosi. Quando bisogna sollevare dei carichi è importante bilanciare il peso in egual modo su entrambe le braccia e non su una. In definitiva sono piccoli accorgimenti che possono sembrare banali, ma rappresentano una grande prevenzione per una patologia molto frequente ed invalidante.