L’influenza arriva come sempre in gennaio/febbraio, nei mesi più freddi dell’anno, e mette sempre a letto molti italiani nelle poche settimane di circolazione virale. Per questo motivo si parla di “epidemia influenzale” che significa molti malati in un breve periodo di tempo; ciò accade per l’elevata contagiosità della malattia e per il fatto che buona parte della popolazione, specie giovanile, è suscettibile nei confronti della malattia. La popolazione che si ammala in una normale stagione influenzale varia tra un settimo e un decimo di tutti i residenti: in Emilia Romagna si stima che nella scorsa stagione si siano ammalate circa 632.000 persone. L’età più colpita è quella infantile, mentre l’incidenza minore si osserva negli anziani che sono protetti dalla vaccinazione.
La malattia
L’influenza si trasmette attraverso l’aria con colpi di tosse o starnuti quando ci si trova a breve distanza dall’ammalato, ma il virus può contaminare anche le mani e, quindi, le superfici che hanno toccato. Il contagio può avvenire da un giorno prima della comparsa dei sintomi fino a cinque/sette giorni dopo, ciò significa che il virus può trasmettersi ad altre persone prima che il malato si accorga dei sintomi tipici dell’influenza ed in primo luogo della comparsa brusca della febbre.
I sintomi
I segnali tipici della malattia sono febbre che rapidamente raggiunge 38°/39° con brividi, tosse, mal di testa, dolori muscolari diffusi, stanchezza, perdita dell’appetito.
Nelle persone giovani, che non soffrono di patologie croniche, gli antipiretici, idratazione e riposo fino alla completa guarigione sono, comunque, sufficienti per farla passare.
L’influenza è più debilitante e temibile di una comune malattia da raffreddamento o di altre malattie virali tipiche del periodo invernale (ad esempio le gastroenteriti).
In alcune categorie di persone (anziani, immunodepressi, persone con patologie croniche, donne in gravidanza) l’infezione virale può essere seguita da complicanze, talora anche gravi. Le più frequenti si osservano a livello polmonare e si manifestano, soprattutto, come polmonite batterica.
Alcune raccomandazioni
Vista l’alta contagiosità del virus, se si avvertono i sintomi dell’influenza, è buona regola quella di restare a casa da scuola o dal lavoro, sia perché questa malattia non va trascurata, sia per evitare di trasmettere la malattia ad altri. Per ridurre il rischio di diffusione e contagio nella popolazione vanno seguite alcune fondamentali norme igieniche:
- prima tra tutte lavare spesso le mani con acqua e sapone;
- igienizzarle con i gel o le salviette in commercio (specialmente dopo avere tossito o starnutito e dopo aver frequentato luoghi pubblici);
- coprire con un fazzoletto naso e bocca quando si starnutisce;
- gettare il fazzoletto nella spazzatura dopo averlo usato;
- l’uso delle mascherine soprattutto in presenza di sintomatologia respiratoria.
Per concludere, evitare chiaramente contatti stretti con persone malate.
La vaccinazione
Rappresenta la misura di prevenzione principale: la somministrazione del vaccino nel periodo autunnale è in grado di prevenire la malattia nei mesi di circolazione virale.
Il virus dell’influenza, purtroppo, è molto mutevole, in grado di cambiare “vestito” (cioè le proteine superficiali) per sfuggire alle difese approntate dal sistema immunitario: i virus che circola nel periodo epidemico sono, quasi sempre, differenti dalle stagioni precedenti. Per questo è necessario approntare un nuovo vaccino specifico ogni anno ed è il motivo per cui il vaccino eseguito nella precedente stagione non è più in grado di proteggere efficacemente.
Anche nel momento in cui il virus circola va, continuamente, incontro a piccoli cambiamenti: se i virus circolanti diventano molto diversi dai virus che compongono il vaccino, questo diminuirà la sua efficacia. Dunque, vaccinarsi non serve a nulla? Non è così, ma il vaccino potrebbe non essere in grado di prevenire il contagio. In questo caso quello che si può verificare è che ci si prenda l’influenza, ma in forma meno grave, con presenza dei tipici sintomi non più per pochi giorni. Il vaccino sarà comunque in grado di evitare le conseguenze più gravi.
Esistono diversi vaccini in commercio in Italia e tutti includono quattro tipi di virus influenzali:
- due tipi di virus A;
- due tipi di virus B.
Inoltre, esistono virus uccisi, frammentati e purificati, oppure vivi attenuati.
Esistono vaccini adiuvati che vengono utilizzati in persone anziane, dove i normali vaccini faticano a stimolare la produzione degli anticorpi, perché il sistema immunitario è meno efficiente a causa dell’età avanzata, di patologie croniche o di trattamenti con farmaci che provocano immunodepressione.
Da quest’anno, per l’età infantile, è disponibile un vaccino a virus vivo attenuato a spray nasale, quindi meno invasivo, utilizzabile a discrezione del medico in base all’anamnestico del vaccinando.
I milioni di dosi somministrate nel mondo, ogni anno, confermano che il vaccino è sicuro, di norma privo di rischi e caldamente raccomandato, anche durante tutta la gravidanza.
E’ sufficiente una sola dose di vaccino per conferire la protezione; solo nei bambini con meno di 9 anni, mai vaccinati in precedenza, è prevista una seconda dose dopo un mese.
FOCUS
Per chi è raccomandata la vaccinazione
Il vaccino è somministrato gratuitamente in Italia, soprattutto in quei soggetti che potrebbero avere conseguenza sanitarie gravi in caso di infezione: - persone con età pari a 65 anni, perché gli anziani sono fragili ed in grado di difendersi meno bene nei confronti delle malattie infettive; - persone di tutte le età con patologie croniche quali: diabete, malattie polmonari, renali, cardiache e del fegato, immunodepressione, tumori ecc. In questi casi l'influenza può scompensare la malattia di base aggravando il quadro clinico; - donne che all'inizio della stagione epidemica si trovano in gravidanza (in questo caso la vaccinazione è raccomandata, indipendentemente dall'età gestazionale, perché spesso nelle gravide l'influenza è più grave e può avere conseguenze per il bambino). - ospiti in strutture assistenziali per lungodegenti. Il vaccino è inoltre raccomandato in persone senza problemi di salute, ma che devono garantire la presenza al lavoro o devono evitare di trasmettere la malattia in contesti critici: - medici e personale sanitario di assistenza; famigliari e contatti stretti di persone ad alto rischio; - persone che lavorano in servizi pubblici essenziali (polizia, vigili del fuoco ecc.); donatori di sangue; - lavoratori a contatto con animali. Viene eseguito presso gli ambulatori dei Medici di famiglia o negli ambulatori vaccinali delle Aziende USL. In Emilia-Romagna la copertura delle persone con più di 65 anni, nella scorsa stagione, ha raggiunto una percentuale pari a circa il 65% e nell’Azienda USL di Imola il 68% (molto vicino al 75% obiettivo di copertura minimo perseguibile per tutti i gruppi target). Tali risultati confermano (ad eccezione della campagna 2020-2021), una tendenza al miglioramento a partire dalla stagione 2014-2015 (50%), ma rimangono ancora insufficienti a evitare le possibili conseguenze gravi della malattia negli anziani. Rimane significativo il numero di vaccinazioni nei soggetti di tutte le età con patologie croniche, tuttavia, la copertura dei soggetti con malattie croniche è peggiorata rispetto all’anno precedente. La maggior parte dei casi gravi che si registrano in Regione tutti gli anni (3 casi nell'ultima stagione epidemica) si presentano in persone a rischio che non si sono vaccinate. Chi desidera evitare la malattia, pur non appartenendo alle categorie ad alto rischio, può acquistare il vaccino in Farmacia e chiedere al proprio medico di somministrarlo. In questo caso è previsto il pagamento della prestazione al professionista.