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La cistite: Infezione delle vie urinarie

Con la collaborazione del Dott. Carmelo Ippolito – U.O.C. di Urologia, Azienda Ospedaliero-Universitaria Ferrara – Arcispedale S. Anna

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La cistite rientra nel più ampio gruppo di patologie denominato “Infezioni delle Vie Urinarie” (IVU). L’apparato urinario è composto dai reni, dagli ureteri, dalla vescica e dall’uretra. I reni filtrano il sangue e producono l’urina, gli ureteri trasportano l’urina dai reni alla vescica, quest’ultima funge da serbatoio fino all’eliminazione dell’urina attraverso l’uretra, con l’atto della minzione. Si può manifestare un’infezione ovunque lungo il tragitto, anche se il tratto più comunemente interessato è quello inferiore (basse vie urinarie) e cioè a livello della vescica. Questo tipo d’infezione è chiamata cistite.

Più propriamente la cistite può essere definita come un’infiammazione della vescica le cui cause possono essere batteriche e non-batteriche.

La classificazione delle cistiti

Come per altre patologie esistenti, anche la cistite è possibile suddividerla e contraddistinguerla in differenti classi:  

Infettiva – la causa più frequente è rappresentata dalle infezioni batteriche, più raramente virali o fungine (micosi). Il microrganismo maggiormente coinvolto è l’Escherichia Coli (90%).

Cistite attinica – la cistite da radioterapia (cistite attinica) presenta caratteristiche diverse (cistite acuta, cistite emorragica) ed un rischio più o meno maggiore di evolvere in una forma considerata a tutti gli effetti cronica a causa della sostituzione dello strato muscolare con quello di collagene e conseguente perdita di elasticità e di contrattilità. La gravità dipende dalla dose erogata e dal tempo di esposizione.

Interstiziale – questo tipo di cistite non riconosce una causa definita (probabilmente l’origine è multifattoriale). Sono state prese in considerazione come possibili cause: difetti del rivestimento della vescica (urotelio), reazione autoimmunitaria, infiammazione neurogena, etc.

Questo tipo di cistite evolve verso un quadro clinico sempre più grave, incidendo in maniera drammatica sulla qualità di vita del paziente.

Da farmaci – alcuni farmaci possono provocare alterazione della normale flora locale (soprattutto terapie antibiotiche prolungate), mentre altri sono causa di alterazioni morfologiche irreversibili (fibrosi, fragilità vasale), in particolare alcuni farmaci chemioterapici.

Dispositivi medicali – quello che presenta il rischio più elevato di cistite è il catetere vescicale sia nell’uomo sia nella donna.

Sostanze chimiche – l’uso di detergenti e di creme spermicide, l’uso del diaframma potrebbe indurre una reazione infiammatoria con conseguente cistite.

Cistite secondaria – la cistite può rappresentare una complicanza secondaria ad una pre-esistente condizione patologica: stenosi (restringimento) uretrale, ipertrofia prostatica, tumore vescicale, infiammazione pelvica cronica, endometriosi, malattia di Crohn, diverticolite, lupus e in ultimo tubercolosi.

 

Si calcola che circa il 25-30% delle donne adulte soffre di cistite almeno una volta l’anno. In particolare, l’incidenza varia con l’età: molto bassa fino ai 20 anni, aumenta dell’1-2% per ogni decade. Negli uomini adulti la sua incidenza, invece, non supera l’1-2% e tende ad aumentare dopo i 50 anni, in conseguenza di condizioni quali l’ostruzione cervico-uretrale dovuta all’ipertrofia prostatica benigna.

In base all’esordio, inoltre, la cistite può essere definita acuta o cronica.

La cistite acuta

In generale i sintomi tipici sono i seguenti:

  • stranguria – bruciore o dolore durante la minzione;
  • tenesmo vescicale – spasmo doloroso seguito dall’urgente bisogno di urinare;
  • urine torbide – a volte maleodoranti;
  • pollachiuria – aumento del numero di minzioni durante le 24 ore;
  • disuria – difficoltà nell’urinare. La minzione può essere lenta e poco abbondante, richiede uno sforzo eccessivo, i muscoli appaiono contratti e il getto potrebbe apparire modificato nel volume o nella forma (deviato, tortuoso, ecc.) o arrestarsi improvvisamente e involontariamente.

Talvolta è presente anche ematuria, cioè la presenza di sangue nelle urine.

Di solito la cistite acuta e non complicata non causa febbre. Quando la temperatura sale oltre i 38 gradi con brivido scuotente e dolore lombare è possibile che l’infezione si sia propagata alle alte vie urinarie.

La cistite cronica

La sintomatologia della cistite cronica è simile a quella della cistite acuta, ma caratterizzata da sintomi più lievi. La diagnosi è, in primis, clinica. La presenza dei sintomi caratteristici non fa passare inosservato un episodio di cistite. La diagnostica di laboratorio si basa sull’esame delle urine e sull’urinocoltura.

Nel sospetto d’infezione delle basse vie urinarie l’urinocoltura non è indispensabile in quanto i potenziali batteri responsabili e la loro suscettibilità agli antibiotici sono prevedibili e i tempi di esecuzione dell’esame sono più lunghi della fase acuta della malattia. L’urinocoltura, invece, è indispensabile nelle forme ricorrenti delle basse vie urinarie.

Lo studio morfologico delle vie urinarie, con ecografia, è utile in caso di episodi ricorrenti.

Possibili cure da seguire

Prima di qualsiasi terapia antibiotica è auspicabile bere almeno 2 litri di acqua al giorno e garantire il più possibile una buona igiene intima. In caso di forme sintomatiche non complicate è sufficiente una terapia antibiotica della durata di uno o tre giorni a seconda del tipo di farmaco e della dose prescritta. La terapia che prevede la somministrazione di antibiotici per 3 giorni è, attualmente, quella più accettabile.

Esistono, inoltre, sostanze naturali (fitoterapici e nutriceutici) che possono essere utilizzate in prima battuta e in aggiunta alla terapia antibiotica e sono:

  • Uva Ursina
  • Mirtillo rosso
  • Pilosella

Infine, prodotti a base di D-Mannosio sono molto utilizzati per la terapia delle cistiti recidivanti. Il D-Mannosio ha una forte affinità per le lectine dell’Escherichia Coli e pertanto si lega ad esse impedendo a questi batteri di aderire alle mucose vescicali, eliminandoli facilmente con la minzione. In questo modo, non aderendo alle pareti vescicali, non riescono ad innescare il processo infiammatorio.

FOCUS

Come prevenire la cistite

E’ importante seguire alcune raccomandazioni che richiamano ad un corretto stile di vita: • bere almeno due litri d’acqua al giorno; • evitare di trattenere l’urina; • evitare il consumo di cibi e bevande che possono irritare l’intestino; • urinare prima del sonno e dopo i rapporti sessuali; • indossare biancheria intima in fibre naturali (cotone); • curare eventuale stipsi e utilizzare fermenti lattici (la stipsi favorisce la contaminazione del tratto urinario); • praticare una regolare igiene intima evitando l’utilizzo di detergenti troppo energici. Nelle donne, inoltre, il rispetto dell’ambiente vaginale rappresenta la premessa indispensabile in un percorso di prevenzione delle infezioni urinarie. Sono da considerarsi fattori di rischio, quindi da evitare: • cattiva igiene, rapporti sessuali non protetti; • uso di tamponi vaginali durante il ciclo mestruale; • uso di detergenti intimi non idonei; • uso di spermicidi e/o diaframma; Infine da evitare rigorosamente l’antibioticoterapia, se non specificata e soprattutto non prescritta dal medico curante.