Con il termine polmonite si indica una infiammazione acuta dell’apparato respiratorio e, in particolare, della parte terminale dei polmoni (gli alveoli polmonari). Dal latino alveolus, piccola cavità, questi organi svolgono una funzione fondamentale di scambio per un regolare funzionamento del processo respiratorio. Gli alveoli, infatti, estraggono ossigeno dall’aria atmosferica e cedono anidride carbonica prodotta nell’organismo ma, in caso di infiammazione, si riempiono di liquido e non sono più in grado di adempiere al loro compito. A volte, però, la malattia si può estendere al tessuto interstiziale dove avvengono gli scambi ossigeno-anidride carbonica e coinvolgere anche aree più estese dei polmoni. Purtroppo, ancora oggi la polmonite rappresenta la principale causa di morte per bambini, anziani e malati cronici: ogni anno, secondo i dati dall’Organizzazione mondiale della Sanità, provoca il decesso di 4 milioni di persone. L’emergenza di nuovi agenti patogeni e l’aumento dell’età della popolazione, inoltre, sono alcuni dei fattori che hanno portato alla costante diffusione di questa malattia che, in alcuni casi, può risultare anche molto grave.
Quali sono le cause
I fattori scatenanti di questa patologia possono essere tanti:
batteri;
virus;
più raramente microrganismi come funghi oppure sostante tossiche.
In generale, vengono indicate come più conosciute due tipologie di polmonite: batterica e virale.
Polmonite batterica
È la più diffusa e tra i tanti batteri che possono causarla il più comune, soprattutto nella stagione invernale, è lo Streptococcus pneumoniae. Questo batterio può venire inalato o respirato, raggiungere così i polmoni e diffondere il processo infiammatorio. Non è quasi mai contagiosa poiché causata da agenti detti ubiquitari, sono presenti ovunque, nell’ambiente e negli individui sani e che potenzialmente possono colpire chiunque. L’isolamento del soggetto malato risulta, quindi, inutile.
Polmonite virale
In questo caso la causa è un virus che colpisce il tratto inferiore dell’apparato respiratorio. Più frequente nei bambini o giovani, può essere contagiosa e pericolosa. La diffusione avviene attraverso il contatto con materiale dei secreti bronchiali e con le goccioline dell’espettorato.
Esistono anche altri tipi di polmonite (da aspirazione, da fungo…), ma sono meno comuni.
Polmonite virale
Come riconoscerla
È importante riuscire a identificarla per tempo perché spesso, in una fase iniziale, può essere confusa con una normale infezione respiratoria o una banale influenza.
I sintomi più comuni sono:
- tosse persistente (più catarrosa nelle polmoniti batteriche e più secca nelle virali);
- febbre alta;
- dolore al petto e difficoltà a respirare;
- espettorazione abbondante di catarro (soprattutto nelle polmoniti batteriche).
La persistenza dei sintomi e il loro progressivo aggravamento (accessi di tosse prostranti, difficoltà ad espettorare, perdita di appetito) inducono poi alla diagnosi esatta. A volte la presenza di un focolaio d’infezione si può riconoscere con la semplice auscultazione del medico che identifica nel rumore “a rantolo”, provocato dal secreto degli alveoli, il sintomo certo di polmonite. Solo approfonditi esami radiologici, di laboratorio e un esame colturale dell’esecrato, però, possono fornire la sicurezza di aver contratto la malattia.
Scegliere la cura
Per debellare la malattia è necessario prima accertarne l’origine. A seconda del tipo di polmonite, infatti, viene scelta la cura adeguata.
In caso si tratti di polmonite batterica, è consigliabile l’assunzione di antibiotici, se virale la terapia prevede antivirali e quando l’origine è da imputare a infezione fungina, la cura viene svolta con antimicotici. Per evitare le complicazioni di una eventuale ricaduta e la formazione di nuovi focolai di infezione, eventi che possono accadere in un organismo già debilitato, è necessario assumere i farmaci per il periodo e con un dosaggio decisi dal medico e prendersi il tempo necessario per guarire.
In ogni caso, si raccomanda sempre di bere molta acqua per contrastare la disidratazione dovuta allo stato febbrile e per sciogliere il muco che si è insidiato nei polmoni. Per pazienti particolarmente debilitati o con difficoltà respiratoria, può rendersi necessario il ricovero ospedaliero. In genere, se le cure cominciano per tempo, i sintomi regrediscono in due settimane.
FOCUS
Alcune precauzioni preventive
Vista la maggiore incidenza della malattia nel periodo invernale, quando è più elevato il rischio di contrarre l’influenza e virus delle prime vie aeree, è consigliabile, soprattutto per i soggetti più vulnerabili, effettuare l’apposita vaccinazione. Osservare alcune norme igieniche preventive, inoltre, può risultare utile per difendere le difese immunitarie. Ricordarsi di: - smettere di fumare; - evitare l’assunzione eccessiva di alcolici; - evitare le zone inquinate; - umidificare l’aria; - lavarsi spesso le mani, utilizzando una soluzione disinfettante; - praticare attività fisica per migliorare le difese immunitarie; - coprirsi bocca e naso in caso di tosse e starnuti. La polmonite rappresenta ancora oggi una situazione critica per la salute ed è, quindi, necessario prendere tutte le precauzioni necessarie per evitarla.