Terminata una lunga e caldissima estate, il mese di ottobre ci ha regalato una appendice estiva, caratterizzata da temperature diurne elevate, sopra le medie stagionali, ma con una iniziale inversione termica notturna. Anche la Pandemia sta avendo una coda con contagiosità elevata, ma con bassa morbidità e basso indice di ricovero. Le continue mutazioni del Corona Virus e la vasta campagna vaccinale hanno, probabilmente, cambiato le manifestazioni cliniche ed il decorso della malattia.
Ricordiamoci che, anche le passate stagionali epidemie influenzali hanno, sia pur con percentuali molto basse, provocato ricoveri ospedalieri e decessi, soprattutto, nelle fasce di popolazione definite come “fragili”.
In attesa, quindi, dell’epidemia influenzale di quest’anno per la quale, giova ripeterlo, la prevenzione migliore è una estesa vaccinazione, focalizziamoci sulle manifestazioni delle alte vie respiratorie che cominciano o cominceranno a colpire tutte le fasce di età.
L’inizio delle scuole, la minore ventilazione degli ambienti di soggiorno e le già ricordate importanti variazioni termiche circadiane, sono tutti fattori favorenti le cosiddette “malattie da raffreddamento”.
I sintomi principali
Nei bambini dai 2 ai 7 anni di età il dolore all’orecchio e lo scolo catarrale nasale e faringeo sono, senza dubbio, i sintomi più frequenti.
L’otalgia (il dolore all’orecchio) è più frequente nei bambini per la diversa conformazione anatomica della Tuba di Eustacchio (cioè il condotto che mette in comunicazione il cavo timpanico, o orecchio medio, con la rinofaringe e ne garantisce la ventilazione ed il drenaggio mucoso) che è più piccola e più rettilinea nel bambino perché favorisce, insieme alla persistenza della tonsilla faringea (adenoide), una maggior frequenza di fenomeni infiammatori ed infettivi dell’orecchio (otiti medie).
La frequenza in comunità dei bambini, soprattutto prima dei tre anni, se da un lato aumenta la loro “socializzazione”, dall’altro favorisce l’interscambio di forme virali e batteriche che, non solo aumentano la frequenza degli episodi infiammatori dei piccoli, ma li trasformano in piccoli untori che veicolano gli agenti infettivi in famiglia, provocando delle piccole, ma fastidiose epidemie casalinghe.
Le terapie da seguire
La terapia antibiotica in questi casi deve essere, necessariamente, prescritta dal Pediatra di riferimento ed in genere, viene indicata quando la sintomatologia febbrile si prolunga oltre i tre giorni.
Nell’adulto sono importanti le comorbidità:
- un paziente allergico, ad esempio, ha una soglia infiammatorio più elevata (flogosi minima persistente) anche in assenza di stimolo allergenico. Questo spiega perché il paziente allergico presenta una sintomatologia ed una durata di malattia infiammatoria delle alte vie, maggiore rispetto ai pazienti non allergici.
- stessa cosa nei pazienti che soffrono di reflusso gastro faringeo, sempre più frequenti;
- il paziente fumatore, avendo una minor efficacia della attività muco-ciliare (cioè il sistema di autopulizia della mucosa nasale e paranasale, dovuto all’attività vibratile dell’epitelio ciliato che veicola il muco e quanto in esso intrappolato, verso la rinofaringe e quindi nelle vie digerenti, dove viene “sterilizzato) è più soggetto ad infezioni delle vie respiratorie.
Le basse temperature, inoltre, diminuiscono l’attività vibratile e questo è uno dei motivi perché nella stagione autunno-invernale aumentano le flogosi respiratorie.
FOCUS
Quali sono i rimedi?
Nulla di miracoloso o fantascientifico. • Evitare di esporsi alle basse temperature, senza un’adeguata protezione e, soprattutto, evitare i bruschi cambiamenti. • Un esempio per tutti valido sia nella popolazione pediatrica che in quella adulta: occhio alla piscina! Ottima attività psicofisica per tutte le età ma, astraendoci dagli effetti congestionanti del cloro, le alte temperature all’interno della piscina contrastano con quelle dell’esterno. E’ bene, quindi, ritagliarsi un tempo di acclimatamento nei locali adiacenti, magari idratandosi, e coprirsi come raccomandavano le nonne e le mamme di un tempo. Fondamentali sciarpa e cappello, evitando di tornarsene a casa in bici o peggio in moto! • La terapia con antiinfiammatori utile, ma non indispensabile. • Utili, soprattutto nei bambini, i lavaggi nasali con soluzioni saline preferibilmente isotoniche se usate per periodi lunghi. • Poco raccomandabili i cosiddetti balsamici (mentolo ed eucaliptolo) il cui senso di “fresco” è dovuto alla stimolazione chimica dei recettori tattili faringei e non ad un reale effetto curativo. Meglio i prodotti a base di acido ialuronico che, idratano e proteggono le mucose nasali e faringee. In sintesi un corretto stile di vita nel senso esteso del termine è, probabilmente, la migliore cura preventiva per ridurre, al minimo, i disagi dei “mali di stagione”.