L’arrivo della bella stagione e l’aumento delle ore di luce favoriscono la vita all’aperto e di conseguenza aumentano l’esposizione alle radiazioni UV
Raggi UV
Riconosciamo 3 tipi di radiazioni UV, in base alla loro lunghezza d’onda:
- UV-A (400-320nm);
- UV-B (320-280nm);
- UV-C (208-100 nm).
La quasi totalità delle radiazioni UV-C viene bloccata dallo strato di Ozono atmosferico, mentre la maggior parte delle radiazioni UV-A e circa il 10% delle UV-B raggiungono la superficie terrestre.
I livelli di UV sono più alti al crescere dell’altitudine e dell’altezza del sole (quindi sono maggiori nelle ore del mezzogiorno e nei mesi più caldi), altri fattori ambientali che influenzano i livelli di UV sono:
- la nuvolosità;
- lo strato di Ozono;
- la capacità riflettente della superficie (ad esempio la neve riflette circa l’80% delle radiazioni, la sabbia il 15% e la schiuma del mare il 25%).
L’esposizione alle radiazioni solari esercita un’ampia gamma di interazioni con i tessuti di varie specie e, a livello umano, ha importanti implicazioni riguardo la salute
I raggi solari
Hanno una funzione disinfettante ed esercitano una potente azione battericida. Aiutano a guarire patologie cutanee, quali la psoriasi e inoltre migliorano l’umore, e di conseguenza la salute, aumentando i livelli di serotonina.
Da aggiungere che aumentano la sintesi organica di vitamina D, essenziale per lo sviluppo scheletrico, quindi nella prevenzione di malattie quali:
- rachitismo;
- osteomalacia;
Per esercitare questi effetti benefici è sufficiente una minima esposizione alle radiazioni solari, invece sono ben noti gli effetti negativi provocati dalla sovraesposizione ai raggi UV di tessuti come pelle, occhi e sistema immunitario. A livello cutaneo:
- determinano eritema e aumento della pigmentazione (abbronzatura);
- provocano depressione del sistema immunitario (quindi più facile sensibilità alle malattie, vanificando parzialmente l’effetto battericida degli stessi UV);
- causano precoce invecchiamento cutaneo con patologie della pelle che possono giungere fino a lesioni cancerose: il più noto e frequente è il melanoma.
Circa il 99% delle radiazioni UV viene assorbito dalla superficie anteriore dell’occhio e tutte le strutture oculari possono essere danneggiate, sia con un meccanismo diretto sulle cellule (meccanismo che è alla base dello sviluppo dei tumori) sia indiretto. I raggi UV, infatti, trasportano livelli di energia superiori rispetto alla luce visibile, aumentando lo stress ossidativo cellulare, alla base dei processi di invecchiamento, a livello di tutti i tessuti, compresi quelli oculari.
Le patologie più comuni
E’ una struttura metabolicamente molto attiva, continuamente “immersa” nei raggi luminosi, per questo i processi ossidativi, soprattutto foto-ossidativi risultano fattori critici in molte patologie oculari, soprattutto correlate all’invecchiamento.
Uno dei disturbi più comuni è il Distacco posteriore di vitreo (DPV). Il corpo vitreo è una sostanza gelatinosa trasparente e omogenea, che costituisce circa i 2/3 del volume oculare; è composta per il 99% circa di acqua e per il resto da acido ialuronico, zucchero, elettroliti e proteine tipo collagene. Il DPV è molto frequente, colpendo circa il 60% della popolazione over 65. Più che una patologia, si può considerare, quindi, una condizione fisiologica dovuta alla progressiva fluidificazione del gel vitreale. A volte è completamente asintomatico, ma più frequentemente si manifesta con la visione delle caratteristiche “mosche volanti” o piccoli flash luminosi (fosfeni). Oltre l’invecchiamento, altre cause possono essere:
- traumi;
- infiammazioni;
- interventi chirurgici;
- uno stato generalizzato di disidratazione.
Non esiste una terapia ad hoc per questo disturbo, normalmente i sintomi divengono meno fastidiosi nel tempo, per un adattamento naturale del cervello, in aggiunta a questo un miglioramento si può ottenere bevendo molta acqua, più del consueto, seguendo una dieta ricca di frutta e verdura ed eventualmente assumendo integratori a base di vitamine, collagene idrolizzato e sali minerali come potassio e magnesio.
Le conseguenze del sole
Effetti meno comuni, ma comunque importanti, si possono verificare a carico di tutti i tessuti oculari, a livello palpebrale, ad esempio, dove lo strato cutaneo è particolarmente delicato e sottile (la più sottile del corpo umano). Si va da danni superficiali e transitori, come:
- l’eritema, la classica “scottatura”, dovuta ad un’esposizione acuta.
Fino a lesioni pre-cancerose e cancerose come:
- il carcinoma baso-cellulare o quello a cellule squamose, oltre al già citato melanoma.
Quest’ultimo può svilupparsi anche nelle strutture interne dell’occhio, a partire dai melanociti uveali, che si ritrovano a livello dell’iride, dei corpi ciliari e della coroide
In condizioni fisiologiche, la protezione nei confronti dei raggi UV è fornita da alcune molecole “scavenger”, che contrastano lo stress ossidativo, ma anche da alcuni tessuti come il cristallino e la cornea, che filtrano le radiazioni dello spettro visibile, assicurando un’ulteriore protezione per la retina.
Sulla cornea un’esposizione acuta può determinare l’insorgenza di foto-cheratite, caratterizzata da infiammazione ed edema corneale, che, nei casi più severi, evolve in vera e propria ulcera. Mentre l’esposizione cronica e prolungata determina:
- ispessimento dello stroma corneale, (a titolo di curiosità, questa modificazione corneale è stata sfruttata a scopo terapeutico con lo sviluppo del Cross Linking, utilizzato per rallentare l’evoluzione del cheratocono);
- vascolarizzazione;
- fibrosi corneale.
Il cristallino
Come detto, oltre che funzioni refrattive esercita anche un ruolo di filtro protettivo. L’esposizione cronica ai raggi UV-B è fortemente associata allo sviluppo della cataratta corticale. Quando quest’ultima viene rimossa, si perde uno dei principali tessuti con un ruolo di foto protezione e aumenta molto la percentuale di raggi luminosi che raggiunge la retina. Per questo motivo, negli anni, si sono sviluppate lenti intraoculari (cristallini artificiali) con proprietà di trasmissione luminosa il più possibile simili a quelle del cristallino naturale. Anche se non sono in grado di assicurare una protezione comparabile a quella di un cristallino umano con cataratta corticonucleare, pertanto una discreta quota di radiazioni raggiunge, comunque, la retina. La severità del danno dipende:
- dall’intensità delle radiazioni;
- dalla durata dell’esposizione;
- dal grado di pigmentazione della retina stessa.
Le cellule maculari sono particolarmente esposte all’azione dei radicali liberi, che riconoscono come bersaglio principale i lipidi di membrana di coni e bastoncelli.
I meccanismi di protezione messi in atto sono vari, uno dei principali si basa sulla presenza di melanina, che funziona come una vera e propria trappola per i fotoni. La concentrazione di quest’ultima, però, cala con l’età e il danneggiamento delle cellule maculari porta alla degenerazione legata all’età (AMD), più nota come “maculopatia”, nonché causa principale di perdita irreversibile della vista, negli over 65.
FOCUS
E’ importante sapere che…
In conclusione, gli effetti delle radiazioni UV sui tessuti umani sono molti ed estremamente dannosi. L'approccio terapeutico nei confronti di queste patologie si fa sempre più efficace e sofisticato. Tuttavia il ruolo principale è giocato dalla prevenzione, che, al contrario, consiste in un insieme di comportamenti e abitudini di vita piuttosto semplici: • una corretta alimentazione, magari con cibi che permettano l'assunzione di particolari pigmenti; • un'adeguata idratazione e l'adozione di schermi meccanici, quali abiti appropriati, cappelli e occhiali da sole in grado di bloccare i raggi UV, offrono una protezione efficace e permettono di sfruttare solo gli effetti benefici del sole