Il concetto di probiotico è stato introdotto nel 1908 dal premio Nobel russo Elie Mechnikoff, in quanto, studiando la popolazione bulgara, comprese che la sua maggior longevità era da attribuire al consumo di latte fermentato: il suo contenuto di lattobacilli sembrava influenzare positivamente la flora intestinale, inibendo al contempo la crescita dei batteri patogeni. Da questa felice intuizione, così lontana nel tempo, ma assolutamente veritiera ed attuale, si evince, quindi, quale sia la definizione corretta di probiotici: batteri capaci di arrivare vivi e vitali nell’intestino dove possono riprodursi e colonizzarlo, influenzando positivamente la microflora residente, in modo da favorire la salute e il benessere di tutto l’organismo.
Intestino e microbiota intestinale
Probabilmente è poco noto che l’intestino rappresenta, dopo i polmoni, la più estesa barriera di separazione tra il corpo e l’ambiente circostante, con i suoi quasi 300 mq tutti concentrati in uno spazio molto piccolo, grazie alla grandiosa organizzazione della parete intestinale divisa in anse, villi e microvilli. Lungo questa superficie, passano innumerevoli sostanze che il corpo deve continuamente riconoscere, a seconda che esse siano utili (nutrienti e batteri cosiddetti “buoni”) o nocive (tossine, virus, batteri patogeni, sostanze estranee). Affinché questo processo avvenga con successo e in modo efficiente, collaborano attivamente:
- la mucosa epiteliale;
- il sistema immunitario specifico chiamato GALT, associato alla mucosa;
- il sistema nervoso intestinale, dotato di autonomia propria, denominato per questo “secondo cervello” e in continua relazione e scambio di informazioni con il primo;
- il microbiota intestinale.
Il microbiota si può considerare un vero e proprio ecosistema dove convivono numerose specie microbiche, per lo più batteriche, costituite da numerosi ceppi diversi tra loro.
Ruolo del microbiota
Il microbiota, localizzato nel colon, svolge un ruolo importante:
- contrasta l’insediamento di specie batteriche patogene;
- favorisce il corretto utilizzo dei nutrienti assunti con l’alimentazione;
- sostiene lo sviluppo e l’efficienza del sistema immunitario.
È importante sottolineare che l’insieme delle specie batteriche dalle quali è composto non è uguale per tutti gli esseri umani, bensì assume connotati molto individuali, paragonabili a un’impronta digitale. Nell’arco della vita di una persona, subisce continui cambiamenti, a causa di fattori interni ed ambientali, che possono portare, in alcuni periodi, ad un suo indebolimento con conseguente ripercussione sulla salute dell’organismo. Il buon funzionamento ed equilibro del microbiota viene definito “eubiosi”, mentre, di contro, il suo disequilibrio è conosciuto con il termine di “disbiosi”, condizione che vede prevalere i ceppi potenzialmente patogeni siti nell’intestino o provenienti dall’esterno rispetto a quelli cosiddetti “amici”.
Questo disequilibrio può avvenire per diversi motivi e in forma più acuta (infezione batterica o virale, disfunzioni di fegato e pancreas, uso prolungato di alcune classi di farmaci tra cui i cortisonici, gli antibiotici e i chemioterapici), o più lieve ma prolungata, legata soprattutto ad un errato stile di vita (consumo eccessivo di zuccheri, cibi raffinati e latticini, scarso apporto di frutta e verdura, abuso di alcol e fumo, stitichezza).
Ruolo dei probiotici
La disbiosi genera a cascata molteplici problematiche che si ripercuotono sul benessere di tutto l’organismo poiché può causare:
- alterazione della microflora intestinale, con conseguente diminuzione di ceppi batterici utili quali Bifidobatteri e Lattobacilli (le due specie fondamentali);
- riduzione dell’attività del sistema immunitario presente nel GALT;
- riduzione della sintesi di vitamine del gruppo B e della vitamina K;
- maggiore permeabilità della mucosa intestinale, con conseguente aumento del passaggio di sostanze sensibilizzanti (leaky gut sindrome).
È, quindi, facile comprendere l’estrema importanza di assumere fermenti lattici probiotici:
- contribuiscono a favorire il riequilibrio del microbiota;
- potenziano l’attività del sistema immunitario (circa il 70% di quest’ultimo risiede proprio nell’intestino);
- prevengono le infezioni intestinali;
- migliorano l’assorbimento di vitamine e minerali;
- riequilibrano l’organismo messo a dura prova dall’assunzione, spesso obbligata, di determinate classi di farmaci.
I probiotici, inoltre, svolgono un ruolo, a molti sconosciuto, utile a contrastare la stitichezza, attraverso una stimolazione indiretta della peristalsi che porta, di conseguenza, allo svuotamento intestinale. Questo è possibile perché, una volta giunti nell’intestino, producono acidi grassi a corta catena (SCFA), tra cui spicca per importanza l’acido lattico. Gli SCFA favoriscono anche l’abbassamento del pH intestinale, rendendo in tal modo l’ambiente inospitale alla proliferazione dei batteri patogeni (soprattutto ceppi potenzialmente nocivi quali Salmonella, Sighella, Clostridium, Helicobacter e Candida Albicans).
Per esprimere al meglio tutte queste benefiche attività, è fondamentale che i probiotici giungano vivi e vitali nell’intestino. Per questo motivo, è consigliabile assumerli opportunamente “schermati”, in modo che sia garantita la loro sopravvivenza nel passaggio attraverso lo stomaco, fortemente acido, affinché raggiungano integri l’intestino tenue e crasso. La forma ideale è costituita dal “liofilizzato batterico”, una polvere naturale al 100%, che permette di mantenere inalterate le caratteristiche biochimiche e morfologiche originali dei probiotici utilizzati, garantendo che restino attivi per alcuni anni. La liofilizzazione è un processo di essiccamento durante il quale il preparato batterico viene dapprima congelato e poi, per sublimazione, il ghiaccio viene rimosso e trasformato in vapore, senza passare per lo stadio intermedio liquido. Questo magnifico processo tecnologico permette di ottenere “probiotici liofilizzati” che, una volta giunti nell’intestino, recuperano velocemente dall’ambiente circostante l’umidità persa nel processo di essiccamento, si reidratano e cominciano così a moltiplicarsi.
FOCUS
Probiotici ed ecosistema vaginale
La flora batterica vaginale è costituita da un complesso sistema batterico che garantisce un ambiente sfavorevole all’ingresso e proliferazione dei patogeni. Il genere predominante è soprattutto il Lactobacillus, capace di utilizzare il glicogeno presente nel muco, proveniente dalla desquamazione degli strati superficiali, producendo vari acidi organici, fra cui l’acido lattico, che nella vagina trova un ambiente favorevole.
I lattobacilli sono utili all’ecosistema vaginale in quanto:
- modulano la risposta immunitaria;
- producono perossido d’idrogeno che contribuisce ad un’ulteriore inibizione della crescita dei patogeni;
- producono batteriocine con attività antimicrobica ad ampio spettro (Gram + e Gram -);
- formano una barriera protettiva a livello vaginale.
Inoltre, permettono di abbassare il pH vaginale intorno a valori compresi tra 3.7 e 4.5, in modo da renderlo sufficientemente acido da non permettere alle specie patogene di proliferare. I lattobacilli sono maggiormente presenti quando i livelli di estrogeni sono alti, mentre il loro numero decade drasticamente quando questi si abbassano (menopausa).